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martedì 16 ottobre 2007

Sir Gawain


Molte rupi salì in strane contrade,
lontano da amici cavalca straniero.
Su ogni riva d'acqua o di guado era raro
se non trovava in attesa un nemico
così orrendo e feroce che doveva lottare con lui:
tante meraviglie trova fra i monti
che arduo sarebbe ridirne la decima parte.
Ora lotta coi draghi e coi lupi,
con gli orchi, ora, che stan tra le rocce,
ora con tori, con orsi e cinghiali e giganti
che dagli alti dirupi lo inseguono.
Se non fosse stato coraggioso e paziente
e non avesse servito il Signore,
certo più di una volta l'avrebbero ucciso.
combattere lo preoccupava,
ma l'inverno era peggio,
quando l'acqua cadeva fredda e chiara dalle nubi,
ghiacciava prima di toccare la pallida terra.
Ucciso quasi dal nevischio nell'armatura dormì
troppe notti su un nudo letto di roccia,
dove il torrente precipita freddo
dalla cima del monte
e alto pende sulla sua testa
in dure lame di ghiaccio.
Così tra pericoli, pene e tormenti
viaggiò il cavaliere fino alla Vigilia,
solo.

Sir Gawain e il Cavaliere Verde Immagine di Sir Gawain e il cavaliere verde


Tavola delle misure



Alcune indicazioni per valutare le quantità in uso nel XVI secolo.

  • Pertica milanese = mq. 654,517, pari a 24 tavole (unità di misura estensiva dei terreni)
  • Braccio = m. 0'59, pari a 12 once (unità di lunghezza lineare)
  • Moggio = l. 10,92, pari a 8 staja (unità di capacità per aridi)
  • Brenta = l. 75,55 (unità di capacità per liquidi)
  • Carro = kg. 656,4 (unità di peso)
  • libbra grossa = gr. 761 (unità di peso)
  • Lira milanese = gr. 7 circa di argento 900 %0 (1 Lira = 12 soldi, 1 soldo = 20 denari)
da A. Martini, Manuale di metrologia, Torino 1883

lunedì 7 maggio 2007

La storia comincia

Rubo questo post a Thomas per fare prima e perché mi sembra il "pezzo" giusto per cominciare.

Qualche anno fa decisi di ricostruire la storia di Cascina Biblioteca (a proposito, se interessa posso postare qualcosa sul blog non appena questo sarà attivo).

Pensavo di dover andare indietro di qualche decennio, forse un secolo. Mi ritrovai invece a cavalcare indietro nella storia fino al Medio Evo, tra Vescovi e lupi, Santi sanguinari e frati terroristi.

Ho potuto ricostruire nei dettagli i vari passaggi di proprietà fino agli inizi del '500 quando si chiamava ancora Cascina del Santo Gallo. Prima di allora essa faceva parte di una proprietà terriera indivisa, la "Grangia di San Gregorio" appunto, per cui possiamo conoscere le vicende della nostra attraverso quelle della Grangia.

Prima di tutto il nome: la zona dove oggi ci troviamo (dal Lambro fino a Milano due) si chiama San Gregorio per lo meno a partire dal XII secolo,quando si trovano citazioni di un San Gregorio in Bucernago nella Pieve diSegrate.
Grangia invece indica una grande proprietà terriera comprensiva di varie cascine, in genere legata ad enti ecclesiastici (Monasteri, ospedali).

Le prime citazioni della nostra risalgono a metà del 1200, quando l'Ospedale del Brolo figura proprietario in queste zone delle Grangie di Casanova e -appunto- di San Gregorio. In quegli anni gli Ospedali avevano possedimenti terrieri vastissimi grazie a lasciti e donazioni, e quello del Brolo era particolarmente radicato nella zona del Lambro, dove possedeva 11 mulini più appunto campi e cascine.
Quando -verso la fine del '400 - i vari ospedali di Milano vennero accorpati per creare l'Ospedale Maggiore, questo si ritrovò a controllare un patrimonio fondiario immenso. I rettori del nuovo ente cercarono di razionalizzare questo patrimonio tramite vendite e nuove acquisizioni, per cui nel '500 anche la grangia di San Gregorio venne smembrata e ciascun fondo venduto ad un diverso acquirente.

Ma a partire dal '900 il comune di Milano cominciò a ricomprare le cascine ed i relativi campi della zona per creare il Parco Lambro:

  • Cascina San Gregorio (quella subito prima di noi su Viale Turchia, dove la famiglia Bossi conduce l'ultima azienda agricola tuttora esistente in zona 3);
  • Molinetto San Gregorio (sede delle Guardie Ecologiche Volontarie del Parco);
  • Cassinetta San Gregorio (di fronte a noi oltre la tangenziale, sede del Centro Ambrosiano di Solidarietà);
  • Molino Torrette (sede della comunità Exodus);
  • e poi naturalmente Cascina Biblioteca.

Per cui possiamo dire che 800 anni dopo la sua nascita la Grangia di San Gregorio esiste ancora, in quanto ha un proprietario (il comune di Milano) ed una destinazione (quella sociale) comune. Si tratta ora di farla vivere, di ricucirla assieme costruendo un tessuto sociale comune. Mi sembra che le varie attività che si stanno sviluppando in Cascina Biblioteca vadano in questa direzione.

La scelta del nome quindi vuole essere sia un richiamo ad un passato tanto importante che un auspicio per il futuro (un futuro che veda il Sistema Cascina Biblioteca come nucleo aggregante di un Sistema Parco Lambro inteso come polo del Sociale a Milano).